Ecco la terza puntata della serie di articoli in cui sto raccontando la ristrutturazione di un minuscolo sottotetto in un fabbricato basso (un piano e mezzo) all’interno della corte di una delle più vecchie case di ringhiera dei Navigli di Milano. Nel primo articolo della serie ho spiegato le problematiche e le possibili opzioni per sfruttare la scala di accesso al sottotetto, che fa parte integrante della proprietà. Nel secondo ho raccontato delle prime discussioni con il progettista su come strutturare il miniappartamento e distribuire gli spazi.
Qui spiegherò come siamo arrivati da quei primi discorsi al progetto definitivo. Il punto di partenza è stato la soluzione elaborata da mio padre, che è architetto, ma che per sopraggiunti problemi di salute non ha potuto seguirci nel percorso di ristrutturazione.
La nostra ferma convinzione iniziale era questa: se non fosse stato tecnicamente possibile collocare il bagno nella parte nord della casa, non avremmo proceduto con la ristrutturazione. Ci saremmo limitati a imbiancare, cambiare i serramenti, e utilizzare questo ambiente come studio, visto che si trova nello stesso condominio della nostra abitazione.
Sulla base di questa condizione irrinunciabile il progettista si è messo al lavoro per cercare di venire incontro alle nostre esigenze. La prima difficoltà tecnica è stata capire dove mandare lo scarico delle acque nere Per questo vengono valutate due possibilità:
trovare e verificare se sia raggiungibile lo scarico delle utenze del cortiletto situato a nord della stanza, o scavare in facciata a sud una traccia per collegarsi con la braga del piano inferiore.
Dopo svariati sopralluoghi viene scoperto che lo scarico del bagno del cortiletto a nord passa in prossimità della nostra parete a nord. Pertanto si decide di collegarsi a quello.
Dopodiché, elaborato un progetto di massima, occorre calcolare i centimetri per riuscire a far stare in poco più di 2 metri una rampa della scala, un passaggio e un bagno.
Viene scavato fino all’altezza di 1 metro e 80 cm il muro divisorio dall’abitazione vicina per una profondità di circa 30 cm (meno della metà dello spessore totale del muro). Questo è possibile perché siamo in un sottotetto. Pertanto con una trave è possibile sostenere il tetto e la porzione di muro che non è stata scavata: resta una porzione di muro al di sopra del metro e 80 cm, in quanto non è possibile scavare a tutta altezza perché la casa adiacente è “sfasata”, e la soletta del suo sottotetto si trova in corrispondenza di questa altezza dove siamo costretti a fermarci.
All’interno del bagno, che rimane comunque molto piccolo, decidiamo di utilizzare i sanitari “Small” di Ideal Standard che sono in effetti molto piccoli, oltre che carini (ora hanno cambiato nome). Vorremmo anche verniciare le pareti sulle quali si trovano le utenze con una vernice impermeabile e non piastrellare. Per un malinteso l’idraulico lascia però lo spessore necessario alla piastrellatura quando posiziona i tubi, pertanto decidiamo di piastrellare le sole pareti interessate e di inglobare nelle piastrelle uno specchio a muro. Sembra una preoccupazione eccessiva, ma molte volte bastano pochissimi cm a rendere fattibile un progetto difficilissimo.
In questo modo, con i centimetri guadagnati con tutti questi accorgimenti, si riesce a realizzare un bagno di dimensioni utili, e si può procedere alla stesura del progetto definitivo.